domenica 15 settembre 2013

Tre camere a Manhattan - George Simenon

"E il destino fa che si incontrino.e qualche ora più tardi sono cosi tenacemente avvinti l uno all altro che la sola idea della separazione risulta loro intillerable" Libro scelto perchè avevo poco tempo,per l'edizione di Adelphi vintage e perchè mi sentivo sola.
Trois chambre a Manatthan è uno dei pochi libri sconosciuti di questo auotre creatore del personaggio del commissario Maigret.Non ho mai letto un suo giallo ma la coincidenza di come abbia avuto questo libro tra le mani è stupefacente.Non è un giallo.È una storia d'amore di due persone quasi patetiche che si incontrano per caso e iniziano un'affannosa rincorsa verso l'altro per capire di amarsi.una storia banale da sfiorare l'incredulo.una storia di tutti i giorni.in cui mi ci sono vista raccontata e descritta.la mia storia trasposta tra periodi corti,sebza mistero.una storia normale.ed è propro questo che mi ha colpita piú di tutto.viviamo delle cose ci innamoriamo e non ci rendiamo conto di come vanno veloci i sentimenti in poco tempo.di come invecchiamo dentro in due giorni.di come il ciclo dell 'amore si sussegue sempre.questa storia è la storia di due persone che si incontrano e si amano.ma per arrivare a capirlo c e tutto un percorso interiore che fanno.non riescono a cogliere la felicitá dal primo momento.si complicano,si odiano,si deridono,si affannano vertiginosamente.ed è tutto spiattellato cosí innocentemente in 178 pagine senza fronzoli,senza ornamento,solo le cose così come stanno.solo la realtà.
Non sei tu che scegli il libro,è il libro che sceglie te e ti legge l 'anima.

Voto 4/5

sabato 7 settembre 2013

Non ti muovere - Margaret Mazzantini

" Non lo so, Angelina, dove vanno le persone quando cessano di esistere. Ma so dove restano."

Non ti muovere è un'emozionante romanzo di Margaret Mazzantini,è il primo che leggo di questa scrittrice e sicuramente non sarà l'ultimo.
La nota dominante di questa narrativa a parte la trama che non lascia spazio alle cose scontate o alla noia ma è la capacità emotiva che ti trasmette tutti i sentimenti del protagonista,Timoteo,come se li stessi vivendo tu.
è un viaggio nella testa di un uomo che già per averlo scritto una donna trovo davvero superbo.
Un amore distorto quello che tra Timoteo ed Italia,fatto di sospiri e solitudine.
Un amore malsano,nato con atti violenti ma che nasconde una purezza e una semplicità immane.
Timoteo affronta quindi questo suo viaggio interiore mentre aspetta l'intervento della figlia nell'ospedale dove egli stesso lavora e apre il cuore al passato,raccontando alla figlia tutto ciò che ha vissuto prima che lei nascesse.
Un romanzo stupendo.
Una struttura originale.
Le ultime venti pagine ho pianto,e con pochissimi libri mi sono commossa ed emozionata così.
Tra l'altro c'è anche il film con una proverbiale Penelope Cruz,regia di Sergio Castellito,nonchè attore.
Ma secondo me va letto il libro prima di vedere il film,perchè non suscita le stesse emozioni,anche se gli attori e la colonna sonora sono riusciti ad arrivarmi lo stesso.Nonchè le immagini,era proprio come l'avevo immaginato nella mia testa.
Quindi consiglio doppio libro e film.







Voto : 5/5




domenica 1 settembre 2013

Cecità - Jose Saramago



"Con l'andar del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e, come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all'interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo cercando di negare con la bocca."

Questo scrittore portoghese premio Nobel per la letteratura aveva sicuramente un'apertura d'anima molto profonda e una visione dell'umanità impeccabile per aver scritto questo libro.
Cecità o saggio sulla cecità che sarebbe il titolo più appropriato ma che si è perso con la traduzione italiana,si svolge in un non-luogo e in un non-tempo.I personaggi hanno un non-nome cioè sono identificati tramite caratteristiche fisiche o comportamentali.
Un libro crudele e un ostinato pessimismo di fondo portano l'autore a creare una condizione irrealistica dell'umanità rapportandola alla realtà delle relazioni umane.Pessimismo di fondo perchè un barlume di speranza anche se lo si cerca fino all'ultimo non c'è e l'essere umano sprofonda in un abbisso hobessiano dove vince chi è il più forte e non chi ha compassione.
L'umanità si ritrova cieca improvvisamente senza una spiegazione.Ma gli uomini non riescono ad organizzarsi e latitano nello sconforto dove i malvagi prendono le redini creando una micro dittatura animale nel manicomio usato come base per gli internati.
Un libro atroce,crudele,che non lascia scampo.La storia di un'umanità insabbiata che "pur vedendo non vede",per citare la frase scalpita come un effige nell'ultima pagina del libro.
Si può o non essere d'accordo con la visione di Saramago,essere disgustati o animati ancora dalla speranza di un lieto fine.La sua visione è talmente eclettica e a 360 gradi che risulta quasi impossibile dare una propria opinione univoca visto i temi trattati quali la solidarità ma sopratutto l'indifferenza.
Un libro attualissimo se confrontato alla società d'oggi.Un'analisi sociologica da maestro.
E una conclusione lascia senza fiato e fa riflettere,"la moglie del medico",unico personaggio non cieco che abbassa gli occhi sulla città dopo aver alzato gli occhi al cielo bianco e creduto di essere divetata cieca dopo tutto quello che aveva visto,e invece "la città era ancora lì."
Una sintassi strana,veloce,incalzante,compulsiva,come uno sfogo di sentimenti e debolezze.Come a voler cacciare qualcosa fuori e liberarsi di tutti i mali.
Leggere cecità di Saramago è stato come aprire il vaso di Pandora.



"Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono. La moglie del medico si alzò e andò alla finestra. Guardò giù, guardò la strada coperta di spazzatura, guardò le persone che gridavano e cantavano. Poi alzò il capo verso il cielo e vide tutto bianco, è arrivato il mio turno, pensò. La paura le fece abbassare immediatamente gli occhi. La città era ancora lì."

Voto:    5/5