domenica 15 settembre 2013

Tre camere a Manhattan - George Simenon

"E il destino fa che si incontrino.e qualche ora più tardi sono cosi tenacemente avvinti l uno all altro che la sola idea della separazione risulta loro intillerable" Libro scelto perchè avevo poco tempo,per l'edizione di Adelphi vintage e perchè mi sentivo sola.
Trois chambre a Manatthan è uno dei pochi libri sconosciuti di questo auotre creatore del personaggio del commissario Maigret.Non ho mai letto un suo giallo ma la coincidenza di come abbia avuto questo libro tra le mani è stupefacente.Non è un giallo.È una storia d'amore di due persone quasi patetiche che si incontrano per caso e iniziano un'affannosa rincorsa verso l'altro per capire di amarsi.una storia banale da sfiorare l'incredulo.una storia di tutti i giorni.in cui mi ci sono vista raccontata e descritta.la mia storia trasposta tra periodi corti,sebza mistero.una storia normale.ed è propro questo che mi ha colpita piú di tutto.viviamo delle cose ci innamoriamo e non ci rendiamo conto di come vanno veloci i sentimenti in poco tempo.di come invecchiamo dentro in due giorni.di come il ciclo dell 'amore si sussegue sempre.questa storia è la storia di due persone che si incontrano e si amano.ma per arrivare a capirlo c e tutto un percorso interiore che fanno.non riescono a cogliere la felicitá dal primo momento.si complicano,si odiano,si deridono,si affannano vertiginosamente.ed è tutto spiattellato cosí innocentemente in 178 pagine senza fronzoli,senza ornamento,solo le cose così come stanno.solo la realtà.
Non sei tu che scegli il libro,è il libro che sceglie te e ti legge l 'anima.

Voto 4/5

sabato 7 settembre 2013

Non ti muovere - Margaret Mazzantini

" Non lo so, Angelina, dove vanno le persone quando cessano di esistere. Ma so dove restano."

Non ti muovere è un'emozionante romanzo di Margaret Mazzantini,è il primo che leggo di questa scrittrice e sicuramente non sarà l'ultimo.
La nota dominante di questa narrativa a parte la trama che non lascia spazio alle cose scontate o alla noia ma è la capacità emotiva che ti trasmette tutti i sentimenti del protagonista,Timoteo,come se li stessi vivendo tu.
è un viaggio nella testa di un uomo che già per averlo scritto una donna trovo davvero superbo.
Un amore distorto quello che tra Timoteo ed Italia,fatto di sospiri e solitudine.
Un amore malsano,nato con atti violenti ma che nasconde una purezza e una semplicità immane.
Timoteo affronta quindi questo suo viaggio interiore mentre aspetta l'intervento della figlia nell'ospedale dove egli stesso lavora e apre il cuore al passato,raccontando alla figlia tutto ciò che ha vissuto prima che lei nascesse.
Un romanzo stupendo.
Una struttura originale.
Le ultime venti pagine ho pianto,e con pochissimi libri mi sono commossa ed emozionata così.
Tra l'altro c'è anche il film con una proverbiale Penelope Cruz,regia di Sergio Castellito,nonchè attore.
Ma secondo me va letto il libro prima di vedere il film,perchè non suscita le stesse emozioni,anche se gli attori e la colonna sonora sono riusciti ad arrivarmi lo stesso.Nonchè le immagini,era proprio come l'avevo immaginato nella mia testa.
Quindi consiglio doppio libro e film.







Voto : 5/5




domenica 1 settembre 2013

Cecità - Jose Saramago



"Con l'andar del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e, come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all'interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo cercando di negare con la bocca."

Questo scrittore portoghese premio Nobel per la letteratura aveva sicuramente un'apertura d'anima molto profonda e una visione dell'umanità impeccabile per aver scritto questo libro.
Cecità o saggio sulla cecità che sarebbe il titolo più appropriato ma che si è perso con la traduzione italiana,si svolge in un non-luogo e in un non-tempo.I personaggi hanno un non-nome cioè sono identificati tramite caratteristiche fisiche o comportamentali.
Un libro crudele e un ostinato pessimismo di fondo portano l'autore a creare una condizione irrealistica dell'umanità rapportandola alla realtà delle relazioni umane.Pessimismo di fondo perchè un barlume di speranza anche se lo si cerca fino all'ultimo non c'è e l'essere umano sprofonda in un abbisso hobessiano dove vince chi è il più forte e non chi ha compassione.
L'umanità si ritrova cieca improvvisamente senza una spiegazione.Ma gli uomini non riescono ad organizzarsi e latitano nello sconforto dove i malvagi prendono le redini creando una micro dittatura animale nel manicomio usato come base per gli internati.
Un libro atroce,crudele,che non lascia scampo.La storia di un'umanità insabbiata che "pur vedendo non vede",per citare la frase scalpita come un effige nell'ultima pagina del libro.
Si può o non essere d'accordo con la visione di Saramago,essere disgustati o animati ancora dalla speranza di un lieto fine.La sua visione è talmente eclettica e a 360 gradi che risulta quasi impossibile dare una propria opinione univoca visto i temi trattati quali la solidarità ma sopratutto l'indifferenza.
Un libro attualissimo se confrontato alla società d'oggi.Un'analisi sociologica da maestro.
E una conclusione lascia senza fiato e fa riflettere,"la moglie del medico",unico personaggio non cieco che abbassa gli occhi sulla città dopo aver alzato gli occhi al cielo bianco e creduto di essere divetata cieca dopo tutto quello che aveva visto,e invece "la città era ancora lì."
Una sintassi strana,veloce,incalzante,compulsiva,come uno sfogo di sentimenti e debolezze.Come a voler cacciare qualcosa fuori e liberarsi di tutti i mali.
Leggere cecità di Saramago è stato come aprire il vaso di Pandora.



"Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono. La moglie del medico si alzò e andò alla finestra. Guardò giù, guardò la strada coperta di spazzatura, guardò le persone che gridavano e cantavano. Poi alzò il capo verso il cielo e vide tutto bianco, è arrivato il mio turno, pensò. La paura le fece abbassare immediatamente gli occhi. La città era ancora lì."

Voto:    5/5

mercoledì 24 luglio 2013

Lucio Dalla Due dita sotto il cielo




Estate 
Mi ricordo i primi viaggi fatti in treno 
Il vento in faccia, le ore al finestrino 
Le sdraio colorate e l'odore che fa il mare lungo il litorale 
I muri sporchi, i nomi e le stazioni 
L'acqua fresca e le corse alle fontane 
La puzza della notte nei vagoni con l'odore del mangiare 
Ma soprattutto il mare 
La gente sulle spiagge 
Il profumo sensuale della pelle sotto il sole 
Le lentiggini sul muso, le palline sulla fronte di sudore 

A 15 anni mi sembrava di volare 
E che potevo scegliere se vivere o morire 
Ché tanto era uguale 
L'importante era capire 
Dove io e la mia testa col mio corpo potevamo andare 

Dicevo a tutti “io vivrò 
Due dita sotto il cielo” 
A 15 anni questo era il mio pensiero 

Invece cercavo solo due occhi neri da guardare 
Un'altra mano con le sue dita che mi venissero a cercare 
Con la sua testa sulla mia spalla stare in silenzio e non parlare 
ed ascoltare il mare 
E in quel silenzio sentire battere il mio cuore, solo il mio cuore 
E nel bagnasciuga sentirlo naufragare 

Estate, vienimi ancora a cercare 
Levami d'addosso quel colore, quel grigio umido sapore 
Che il tempo ci vorrebbe dare 
Estate, portami fresco, vita e amore 
Ché io lo voglio respirare 
Vale la pena anche morire se ancora io lo sentirò 
Due dita sotto il cielo 
A bocca aperta il tuo respiro 
Ad occhi chiusi il tuo mistero


martedì 16 luglio 2013

Turista in città - da Napoli a Capri

Sea from the boat - Capri
Mi sono ritrovata a viaggiare nella mia stessa città.vivere quel senso di spaesatezza quando nn si conoscono le strade...e poi abituarsi a ogni nome dei vicoli e trovare un senso di familiarità e appartenenza che non ho mai avuto per la mia città.non mi sono mai sentita figlia di questa città.forse perchè vivendo in periferia non ne posso spesso assaporare il bene e il male.ma mi è bastTo rivedere il mare per capire che Napoli è una cittá da amare. Rivedere quegli angoli e scoprire nuovi posti.e poi vederla con questi occhi cosí...dormire in spiaggia a Meta di notte,mentre le onde del mare ti cullano e il.limoncello ti scalda l'anima..andare per la prima volt in barca a Capri e pensare di volerci passare tutta la vita in mezzo al mare...mentre il sole tramonta...dormire e svegliarasi con la persona a cui si vuole bene e sentirsi a casa...entrare nella grotta azzurra e rimanere senza fiato,felice di essere lí in quel momento.percorrere via toledo prendere un caffe a via chiaia o uscire la sera a piazza Bellini o fermarsi a guardare i re del palazzo reale con te che mi traducevi le scritte in latino...sai sempre come stupirmi,mia amata,odiata,città.
On the beach - Seiano
Night on the beach - Meta di Sorrento
Sunset - Seiano

domenica 7 luglio 2013

The Rolling Stones - Sympathy For The Devil




Please allow me to introduce myself
I’m a man of wealth and taste
I’ve been around for a long, long years
Stole many a man’s soul and faith
And I was ’round when Jesus Christ
Had his moment of doubt and pain
Made damn sure that Pilate
Washed his hands and sealed his fate
Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what’s puzzling you
Is the nature of my game
I stuck around St. Petersburg
When I saw it was a time for a change
Killed the czar and his ministers
Anastasia screamed in vain
I rode a tank
Held a general’s rank
When the blitzkrieg raged
And the bodies stank
Pleased to meet you
Hope you guess my name, oh yeah
Ah, what’s puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah
(woo woo, woo woo)
I watched with glee
While your kings and queens
Fought for ten decades
For the gods they made
(woo woo, woo woo)
I shouted out,
“Who killed the Kennedys?”
When after all
It was you and me
(who who, who who)
Let me please introduce myself
I’m a man of wealth and taste
And I laid traps for troubadours
Who get killed before they reached Bombay
(woo woo, who who)
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
(who who)
But what’s puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah, get down, baby
(who who, who who)
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what’s confusing you
Is just the nature of my game
(woo woo, who who)
Just as every cop is a criminal
And all the sinners saints
As heads is tails
Just call me Lucifer
‘Cause I’m in need of some restraint
(who who, who who)
So if you meet me
Have some courtesy
Have some sympathy, and some taste
(woo woo)
Use all your well-learned politesse
Or I’ll lay your soul to waste, um yeah
(woo woo, woo woo)
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, um yeah
(who who)
But what’s puzzling you
Is the nature of my game, um mean it, get down
(woo woo, woo woo)


Mick Jagger è immortale.A 70 anni balla e canta ancora come un giovane indemoniato. 
Io e mio padre oggi abbiamo pensato di andare a un concerto dei Rolling Stones.
Mio padre ascoltava i Rolling Stones 20 anni fa.è il 2013 e mio padre continua ad ascoltare i Rolling Stones.Come me.Credo che Mick Jagger sia dio o al massimo un diavolo,ma sicuramente un ente superiore,non l'hanno conosumato neanche le droghe.è un wilde horse.
I Rolling Stones hanno praticamente unito 3 generazioni e suonano ancora.Bella la musica longieva suonata ancora con qualitá e spirito.

giovedì 4 luglio 2013

Norvegian Wood - Haruki Murakami


"Nel buio totale dietro i miei occhi chiusi, quella piccola pallida luce continuò a vagare molto a lungo, come uno spirito inquieto. In quel buio provai molte volte ad allungare la mano. Le mie dita però non incontravano niente. Quella piccola luce era sempre un po' più avanti delle mie dita."


Delicato.Murakami parla di temi molto importanti con una sensibilità e un tatto che ho trovato veramente in pochi scrittori.Ma anche paralizzante e crudo allo stesso tempo.
è proprio questo quello che mi è piaciuto del romanzo,un alternarsi di sensibilità e tatto a momenti o flashback improvvisi che si discostano dalla profondità e si lanciano nel crudo mondo reale.Come la paura di Reiko di non riuscire a tornare nel mondo reale e restare sempre nel mondo non-reale della clinica.
I personaggi sono descritti benissimo dal punto di vista psicologico tramite i dialoghi e i loro impercettibili movimenti, le loro espressioni,i loro volti.
La descrizione dei paesaggi ti fa sentire l'odore delle stagioni.
Anche la struttura narrante del lungo flashback che intraprende il protagonista perdendosi nei ricordi,colto da un'epifania a inizio libro.
Un lungo ricordo,disarmante per la sua bellezza.
Forse un po' forzata l'occidentalizzazione ma non da far perdere la sensibilità e l'atmosfera orientale.
Un po'troppo elevato il numero dei morti che veramente rendono ancora più agonizzante il racconto,già molto serio di per se,ma è solo un motivo di trama presuppongo che personalmente ho trovato un po' una forzatura,ma ciò non toglie che oggettivamente sia davvero un bel libro.
Quello che ha fatto Murakami è stato dipingere un quadro.
Non un capolavoro,ma di piacevoli accostature cromatiche che ti fanno rimanere fermo a guardarlo per un po' a  rifletterci su.
La narrativa è comunque molto incalzante e lo si finisce veramente in poco tempo.



Voto 4/5


mercoledì 3 luglio 2013

Down in Mexico by The Coasters



Down in Mexicali 
There's a crazy little place that I know 
Where the drinks are hotter than the chili sauce 
And the boss is a cat named Joe 

He wears a red bandana, plays a blues pianna 
In a honky-tonk, down in Mexico 
He wears a purple sash, and a black moustache 
In a honky-tonk, down in Mexico 

Well, the first time that I saw him 
He was sittin' on a piano stool 
I said "Tell me dad, when does the fun begin?" 
He just winked his eye and said "Man, be cool." 

He wears a red bandana, plays a blues pianna 
In a honky-tonk, down in Mexico 
He wears a purple sash, and a black moustache 
In a honky-tonk, down in Mexico 


All of a sudden in walks this chick 
Joe starts playing on a Latin kick 
Around her waist she wore three fishnets 
She started dancin' with the castanets 
I didn't know just what to expect 
She threw her arms around my neck 
We started dancin' all around the floor 
And then she did a dance I never saw before. 

So if you're south of the border 
I mean down in Mexico 
And you wanna get straight, 
Man, don't hesitate 
Just look up a cat named Joe. 

He wears a red bandana, plays a blues pianna 
In a honky-tonk, down in Mexico 
He wears a purple sash, and a black moustache 
In a honky-tonk, down in Mexico 

Yeah, como est usted senorita 
Come with me to the border, south of the border, that is 
In Mexico, yeah in Mexico 
You can get your kicks in Mexico 
Come with me baby, come with me, come with me, crazy, yea

La distancia màs corta entre dos puntos es la linea recta


venerdì 28 giugno 2013

Il gioco del mondo - Julio Cortazar

Bookreview#01
 "La vita, come commentario di un’altra cosa che non afferriamo, e che è lì all’altezza del salto che non spicchiamo."
 p. 429

Mi sono persa mille volte nella trama,saltando da capitolo in capitolo,carcando di cogliere un nesso cronologico tra gli eventi.Ma poi ho capito che il gioco del mondo di Julio Cortazar è un libro atemporale.L'ho letto tre volte.la prima come un libro normaleLa seconda secondo lo schema dell'autore.La terza aprendolo e incredibilmente non vi ho trovato un nesso di trama ma di pensiero.Mi sento di non aver afferrato il senso pieno,non vi trovo la "plot"caratteristica dei romanzi normale,ma in fondo è questo quello che mi ha fatto impazzire,sviscerando pagine e pagine,il fatto che non c'è.Che è così e basta.Come ha fatto a scrivere un romanzo così?
ma non voglio fare inutili divagagazioni sulla trama o sulla descrizione deiscrizione dei personaggi.Il fatto è che il personaggio è un uomo ma possiamo essere tutti noi,Horacio vive al di fuori del tempo e di quello che lo circonda,vive praticamente in se e nei sui dubbi sull'individualismo,l'alterità,l'ubiquità,l'esistenza,il reale e l'irreale,la tecnologia,l'amore,il kibuzz,il gioco del mondo insomma.,la "rayuela",il gioco della settimana in spagnolo.Mi sono persa nelle speculazioni intelletuali del personaggio di Oliviera e dei suoi amici,nell'essenza primogenia del  personaggio di Lucia,la Maga.Alcuni capitoli li ho riletti più volte perchè di una bellezza indescrivibile.Come il capitolo della vecchia e patetica pianista o quello della costruzione del ponte tra due palazzi,quello di Horacio e Traveler,per me un emblema della letteratura,e a detta dello scrittore,uno dei primi capitoli che ha scritto.(considerando che in ordine prima ce ne sono altri 40 tipo).
Ho apprezzato i discorsi sull'etica,la morale e la metafisica,le citazioni,il jazz,il mate,Etienne,sentimenti,ricordi,Parigi,Buenos aires,i caffè.
La disperata e nevralgica  ricerca di Horacio del centro.Dell'attimo.Dell'essere.
In questo libro c'è il mondo,con tutti i suoi frammenti,con tutti i suoi tempi,passato presente e futuro.
Un libro dal quale non riesco a staccarmi e credo non ci riuscirò mai anche se l'ho finito.
Mentre lo leggevo mi sono ritrovata e persa un milione di volte.Discorsi,dialoghi e frasi hanno composto il mio quotidiano per giorni e non c'è una riflessione  alla mia vita che io non abbia collegato alle parole di quei capitoli.
Questo non è un libro,sono infiniti libri.Sono infinite trame.Ma non è questo che secondo mel'autore ci ha voluto donare.è più che altro una sorta di enciclopedia sull'uomo,sull'essere messo in svariate circostanze.
Sulla struttura, mai ho incontrato nella mia biblioteca di assidua lettrice e curiosa critica domestica,una soluzione così geniale.la struttura è pezzesca.Un misto di stream of consciousness joyciano,atmosfere jazziane di kerouack,addirittura capitoli di linguaggi inventati,capitoli che contengono una sola frase,una citazione,una canzone.Un capitolo lo si legge a righe alterne,ma contemporaneamente al personaggio che legge un libro,c'è scritto tutto ciò che pensa.Una vera e propia follia,un'invenzione sfrenata come appunto scritto sulla copertina nell'edizione Einaudi.Cortazar scrive in ritmo frenetico,nervoso,pensi che sei tu a sveiscerare le pagine in realtà è il libro ti viviseziona
Un libro,un'illuminazione.Un vero e porpro TESTAMENTO della letteratura.
Difficilmente troverò altri libri in cui la Letteratura,con la L maiuscola raggiungerà picchi così alti.
Un libro che consiglio a qualsiasi essere umano e non solo alle persone più erudite o colte.Anche la scandalosa sfoglia romanza rosa di Sophia Kinsella,riuscirebbe a riflettere per un momento.E secondo me è porpio questo che voleva indicarci Cortazar,di fermarci un attimo a riflettere su noi stessi e sulla nostra esistenza.O non voleva indicarci propio un cazzo.Alla fine i sassolini li spostiamo noi con il piede.


"E’ un bel po’ che non vado a letto con le parole. Continuo a servirmene, come fai tu e come tutti, ma le spazzolo moltissimo prima di mettermele. [...] Fra me e la Maga si alza un canneto di parole, ci separano appena alcune ore e alcuni isolati e già la mia pena si chiama pena, il mio amore si chiama il mio amore… A poco a poco soffrirò sempre di meno e ricorderò sempre di più, ma che cosa è il ricordo se non la lingua dei sentimenti, un dizionario di facce e giorni e profumi che tornano come i verbi e gli aggettivi nella frase, che mascherati vengono prima della cosa in sé, del puro presente, rattristandoci o addestrandoci vicariamente finché l’essere nostro medesimo diventa vicario, la faccia che guarda ll’indietro apre grandi gli occhi, la vera faccia si cancella a poco a poco come nelle vecchie fotografie e Giano è di colpo chiunque di noi."
 p. 97



Voto 5/5 

sabato 22 giugno 2013

#esp.01

Cuando te acuerdas de algunos momentos,no pueden faltar lagrimas y sonrisas.El vídeo lo explica todo,siempre me emociono a re mirarlo  también si ha sido la décima vez en un día,me acuerda de lo que he sido y que ha sido para me esta increíble experiencia. Lo que es completamente muy increíble y complexo a lo mismo tiempo es  pensar que una experiencia asì ha podido cambiar mi vida y mi alma en un rato,que un lugar tejió  los hilos de mi suerte mientras yo regresaba. Cuando se acabó mi erasmus con esta despedida,pensaba en algunas cosas,que han cambiado totalmente cuando volví de nuevo en esta encantada ciudad después dos meses.No ero mas la misma persona que antes.y sobre todo,no quería mas las mismas cosas,ni siquiera podía pensar a la sorpresa qué la suerte estaba preparándome.Me fue de Salamanca por la primera vez mas sola que nunca con mil de dudas en mi cabeza,casi derrotada de todas las cosas que había pasado,llena de crecimiento y tristeza como cuando termina una larga historia de amor.Pero cuando volví y me fue de salamanca por la segunda vez,sabia que tenia otra persona al mio lado y fui mas feliz que nunca.como puede ser que por largos seis meses he perdido mi misma en los brazos de quienquiera  y me he encontrado en una sola semana en los ojos de una persona?
Antes que los pueblos empezaron  a creer en la existencia de una figura ex-terrenal como dio ,maometto y todas las figuras de la religión monoteístas,la gente creía en la suerte y el destino.Yo no puedo explicarme algunas cosas y ciertas dinámicas de que fue.se solamente que lo sabia la primera vez que me marche que habría vuelto porque dejé algo en suspendido en Salamanca,y tampoco yo supe cosa.y asi ha sido.pero que pasó? me lo pregunto casi cada dia y no se darme una respuesta excepto la suerte fatal.he parado en todo caso de preguntarme sobre la causa de eso y estoy mirando solo al efecto.y el efecto es levantarse por la mañana  feliz y ir a la cama feliz.¿qué podría preguntar de más por mi alma y por mi corazón que estalla de alegría?

domenica 16 giugno 2013

the road is life...

Lo senti nell'aria il cambiamento.E che è tempo di lasciare qualcosa.Non si riesce a cogliere subito il perchè si sta abbandonando un posto,una persona.Io credo che sia il gioco della vita.Un eterno continuo fatto di addii e nuove conoscenze.
Ponti,strade,cattedrali.
Quella strada che percorrevo ogni mattina,Paseo de San Vincente.Allungavo il percorso per l'univeridad solo per godermi le stagioni che si sviluppavano impetuose sotto i miei occhi.E anche se stanca al ritorno ,ripercorrevo la stessa lunga strada perchè dava uno scorcio di tramonto sempre diverso tutti i giorni.Rosa,.zzuro,a volte arancione e giallo.
Oppure quella libreria che ci passavo per caso,mi promettevo di ritornarci e quando ci volevo tornare,dimenticavo sempre la strada.
Quella piazza.L'ho vista in tutti i modi e in tutte le condizioni.Seduta quei giorni da sola sulla mia panchina degli appuntamenti.
Oppure stare seduta in silenzio a fare yoga al crepuscolo sotto la cattedrale,le sue mura raccoglievano i miei silenzi.
Strade e ponti,e angoli.Angoli dalla finestra di calle Alvaro GIl.L'angolo di cielo quadrato che si vedeva dal piano terra del terrazzo come un abbaino senza infissi.Lo si capiva quando era bel tempo perchè di solito era un unico blocco azzurro se alzavi la testa.
è difficile lasciare certi posti.è stato difficile lasciare un posto come Salamanca.
Ma dopo un po',seppur ho provato a teletrasportarmi,fallendo,in quei luoghi,ho capito che il tempo per me lì era finito.E che sarebbe venuto il tempo per me da un'altra parte.
Non dimenticherò mai la sensazione di quando ho lasciato Salamanca.Ho amato fottutatemente quella città.
All'aereoporto sorridevo inebriata di felicità,scrutando gli aerei che partivano.Che magia.

E anche se impreco ogni giorno perchè odio la città in cui vivo,so che presto l'abbandonerò e una nuova città con nuovi volti sarà la mia nuova casa.E verrà il tempo anche per vivere in un altro posto,abbandonarmi in nuove vetrine e nuove strade,mangiare in un determinato posto.Circondarmi di altre facce.

Quando finisce il tempo per qualcosa ce ne accorgiamo sempre.
Tutte le strade che percorriamo alla fine,portano a un'unica destinazione,la conoscenza di noi stessi.è per questo che c'è un tempo per qualcosa.Altrimenti il tempo non servirebbe a nulla se non fosse un limitatore di esperienze che scandisce la nostra crescita e conserva immutabili nel tempo i nostri ricordi più belli.
E poi lo scrivav anche Kerouac,la strada è vita.
E bisogna sempre essere pronti a fare le valigie,per partire,non è importa se è per andarsene o arrivare.
C'è bisogno di coraggio,non si può può mai tornare indietro.
Credo sia così che vada la vita.
“Our battered suitcases were piled on the sidewalk again; we had longer ways to go. But no matter, the road is life” 
Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.
― Jack Kerouac, On the Road




mercoledì 12 giugno 2013

RESISTANBUL!

In principio era un sit in pacifico per difendere il parco gezy ultimo parco che resisteva all'intempreante febbre di cambiamento urbanistico che il governo dell'Akp prosegue da diversi anni,cambiando il volto di Instanbul.Della vecchia Istanbul,infatti, sembra rimanere oggi ben poco.
Inoltre,il iecente orientamento autoriatativo promosso dal premier dell Akp,Erdogan che mira a sopprimere le minoranze all'interno del paese favorendo un privilegiamento dell'Islam ha dato molto da discutere in questi giorni,in una città dove la tolleranza e il rispetto dei diritti umani e delle minoranze etniche e linguistiche dovrebbe essere uno dei punti essenziali.Invece,le misure repressive adottate dal governo contro il gruppo di manifestanti di piazza Taksim hanno praticamente violato una serie di diritti e principi,dal diritto di riunione ai principi di base delle nazioni unite sull'uso della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze dell'ordine che devono rispettare i presupposti di proporzionalità e necessità.Questa risposta repressiva a una manifestazione pacifica,ha acceso un malcontento che già esisteva da tempo scatenando una ribellione,sostenuta e portata avanti non da colori politici,ma da cittadini di ogni credo e professione e sopratutto dai giovani,facendo estendere la ribellione in altri paesi della Turchia,come nella capitale Ankara.
Definire questa lotta una "primavera turca" non è corretto,poichè per quanto la Turchia ha molto in comune con i paesi del Medio Oriente,è pur vero che la sua tradizione di modernità,pluralismo e democrazia laica ha  dei meccanismi interni per riequilibrare il potere.Per cui il governo dovrebbe riuscire ad ascoltare il popolo ma anche lo stesso Presidente Gul che sta facendo un ottimo compito di mediazione tra le parti in conflitto.Il popolo non dovrebbe scadere in banale servilismo che si verifica quando si manifesta un accentramento di potere e continuare in questa lotta.Ma sopratutto come ha anche fatto notare il Presidente turco,evitare degenerazioni estremiste.La causa è giusta,i mezzi ci sono,le ragioni ci sono.Ogni volta che la democrazia,la tolleranza e il rispetto dei diritti umani  viene messo in dubbio la causa per indignarsi,scendere in piazza e protestare è sempre da sostenere.E questo è un forte esempio che l'Italia dovrebbe seguire quando le cose non vanno.Per adesso,da cittadina italiana che è vissuta con un turco di Instanbul per sei mesi e ne ha potuto cogliere tutte le usanze,conoscere i suoi amici ma sopratutto la analogia di idee,scoprendo che non sono lontani da noi come invece si suole pensare,non posso far altro che appoggiare questo movimento e sperare tutto il bene possibile per questo popolo che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi sta particolarmente a cuore.Amici tuchi,resistete RESINSTANBUL!

RESISTANBUL!

lunedì 10 giugno 2013

e sono come me,ma si sentono meglio



Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.

[...]

Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica, mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano. Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. 

http://www.youtube.com/watch?v=vrpJB7ucC5Y

sabato 8 giugno 2013

Camminavamo senza cercarci pur sapendo che camminavamo per incontrarci.

Avrei incontrato la Maga? Tante volte mi era bastato affacciarmi, arrivando da rue de Seine, all'arco che dà sul quai de Conti, e appena la luce di cenere e di olivo sospesa sul fiume mi lasciava distinguere le forme, subito la sua figurina sottile si disegnava sul Pont des Arts, qualche volta muovendosi da una parte all'altra, qualche altra ferma contro la ringhiera di ferro, china sull'acqua.
Ed era così naturale attraversare la strada, salire i gradini del ponte, penetrare nella sua sottile vita ed avvicinarmi alla Maga, che sorrideva senza sorpresa, convinta quanto me che incontrarsi per caso non era un caso nelle nostre vite, e che la gente che si dà apuntamenti precisi è la medesima che ha bisogno del foglio a righe per scriversi o che preme dal basso il tubetto del dentifricio.
Ma adesso le non ci sarebbe stata, sul ponte. Il suo volto delicato dalla pelle quasi trasparente si affacciava forse ai vecchi portici del ghetto del Marais, forse stava chiaccherando con una venditrice di patate fritte o mangiando un salsicciotto caldo nel boulevard Sebastopol. Ad ogni modo salii sul ponte, e la Maga non c'era. 
Adesso la Maga non era neppure sulla mia strada, e per quanto conoscessimo i nostri indirizzi, ogni vuoto delle nostre due stanze di falsi studenti a Parigi, ogni cartolina come una finestrella Braque o Ghirlandaio o Max Ernst stretta fra le povere modanature e la tappezzeria chiassosa, nonostante questo non saremmo andati a cercarci in casa. Preferivamo incontrarci sul ponte, al tavolino di un caffè, in un cineforum o curvi su un gatto in un qualsiasi cortile del quartiere latino.


Camminavamo senza cercarci pur sapendo che camminavamo per incontrarci.

Julio Cortazar -Il gioco del mondo (Rayuela)


Avevo un appuntamento con il destino,al quale non sarei potuta mancare.
Salamanca,Aprile.